Wednesday, March 28, 2007

Virtualizzare: un po' per gioco un po' no

Da qualche mese ormai ho iniziato ad usare un paio di strumenti di virtualizzazione, nella fattispecie qemu e virtualbox (ovviamente per chi mi conosce, su linux, anche se entrambi sono disponibili anche per ambienti Windows); si tratta di due prodotti leggermente diversi, come già si può intuire dal nome.

Qemu
Qemu consiste in un vero e proprio emulatore, capace di simulare macchine di architetture diverse con uno o più processori (o core); ogni parte della macchina viene emulata, comprese la scheda video (Cirrus Logic GD5446 oppure una generica scheda vesa) , scheda audio (Sound Blaster 16 oppure ENSONIQ AudioPCI ES1370), scheda/e di rete e varie interfacce (seriale, parallela, dischi, etc...); dispone di un modulo acceleratore (kqemu) per l'emulazione di macchine x86 su host con la stessa architettura.

Virtualbox
A differenza di qemu, virtualbox si presenta più come uno strumento di virtualizzazione, ovvero, a livello pratico fa la stessa cosa, ma solo per i sistemi host e guest di architettura x86 e con ottimizzazioni mirate a riguardo; in particolare la scheda video emulata è solo compatibile vesa e la scheda audio simula un Intel integrata. Punto forte di virtualbox è l'interfaccia grafica per la gestione delle macchine virtuali, integrata nel programma e non affidata a tool di terze parti.

Perché ho scelto questi due tool? Un motivo sopra tutti: sono prodotti open source di non difficile utilizzo (al contrario di Xen, che al momento attuale è ancora un po' macchinoso).
Altri dettagli in un'altra puntata!

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